PLATONE

PLATONE 

La delusione politica come stimolo alla ricerca filosofica

Platone è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a cui dobbiamo l'elaborazione di gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia.
A questo riguardo, è proprio la figura di Socrate a rappresentare per Platone una speranza e un modello, perché, nel vuoto di certezze a cui ha condotto il relativismo dei sofisti - lasciando Atene nel caos morale e civile -, egli si è adoperato per un rinnovamento etico dell'uomo, improntato alla virtù e alla giustizia, ed è andato alla ricerca di «definizioni» stabili, basi di un accordo universale.


La crisi dell'epoca e la critica al relativismo sofistico

Platone matura la convinzione che una riforma esistenziale e politica debba muovere innanzitutto dalla filosofia: soltanto quest’ultima è in grado di condurre a nuove e solide certezze intellettuali, sulla cui base edificare un rinnovato modello di società ordinata e giusta.


La fondazione dell'Accademia

Per dare corpo a questo progetto di rigenerazione spirituale dell'uomo, basato sul sapere filosofico, Platone istituì l'Accademia. Il nome "Accademia" deriva dal luogo in cui la scuola fu fondata nel 387 a.C. L'Accademia era, infatti, un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in cui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene e dell'intero mondo greco, oltre che insigni filosofi, matematici, astronomi, scienziati. Tra gli obiettivi dell'Accademia dobbiamo sottolineare anche quello di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche. l' Istituzione ebbe una grande longevità, mantenendosi attiva per più di novecento anni, fino al 529 d.C., quando fu chiusa dall'imperatore Giustiniano.


Le nuove forme della comunicazione filosofica: il dialogo

Solo attraverso un'interrogazione onesta e rigorosa si può acquisire la scienza, la quale - come Platone chiarisce nell' Eutidemo -, nella misura in cui è utile, contribuisce alla felicità degli uomini. Le varie prospettive sono quindi esaminate alla luce della ragione filosofica , in modo tale da pervenire a una definizione su cui tutti possano concordare. A differenza dei lunghi discorsi dei sofisti - che tendevano a colpire l'ascoltatore con la forza delle parole, ma non miravano al conseguimento della verità - i dialoghi platonici si propongono di raggiungere una conoscenza autentica e sono sorretti da una struttura logica rigorosa.


Il ruolo del mito

Il mito platonico ha una duplice funzione:
- innanzitutto serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine particolarmente difficili;
- in secondo luogo viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell'indagine razionale, a cui l'autore crede fermamente, ma che non ha modo di dimostrare in modo rigoroso attraverso la ragione filosofica in altre parole, il mito in Platone gioca sia un ruolo didattico sia una funzione squisitamente filosofica.
L'opera platonica, proprio per il suo ricorso al mito, può talora risultare difficile da interpretare, in quanto non sempre si riesce a individuare un confine netto tra i due linguaggi, quello filosofico e quello appunto del mito.

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