LA TEORIA DELLE IDEE

 LA TEORIA DELLE IDEE

La teoria delle idee nasce in Platone a partire da un elemento introdotto dal suo maestro Socrate: egli ricercava infatti la verità nel concetto, rifiutando di definire i valori. Questo concetto era ricercato a partire dalla domanda “che cos’è", e la sua conoscenza corrispondeva alla scienza. Da questo punto di partenza Platone elabora la dottrina delle idee in questo modo: essendo convinto che ciò che conosciamo, cioè il pensiero/concetto nella nostra mente, è riflesso di qualcosa che esiste nella realtà, giunge a chiedersi cosa corrisponda al concetto nel mondo reale. Molti degli interlocutori di Socrate, nei dialoghi del primo periodo, erano caduti nell’errore di rispondere citando esempi del concetto che non corrispondevano mai al concetto stesso, perché il concetto è l’universale che contiene tutte le cose particolari; ma Platone sa che non può trovare nel mondo dell’esperienza ciò che corrisponde all’universale, che definisce l’essenza delle cose. Giunge così a pensare che l’oggetto proprio della conoscenza, di cui il concetto è un riflesso in quanto pensiero dell’esistente, siano entità immutabili e perfette che esistono autonomamente dal mondo dell’esperienza, in un luogo chiamato “iperuranio”: le idee. Queste idee sono ciò che il concetto conosce, di cui è riflesso, dunque esse non esistono.

Una volta stabilita l’esistenza delle idee, Platone si trova a dover specificare qual è il rapporto tra le idee e le cose: sintetizzando si può dire che secondo la dottrina delle idee le cose del mondo imitano la perfezione delle idee (mimesi), partecipano all’esistenza delle idee perché le idee sono l’universale che contiene tutti i particolari (metessi), e contengono le idee avendone alcuni degli attributi (parousìa). Sebbene idee e cose siano distinte e appartengano a due mondi diversi, 
con caratteristiche ontologiche differenti, il loro rapporto è strettissimo ed è duplice: causale e gnoseologico. Nel giudicare le cose del mondo facciamo riferimento alle idee, che figurano come criterio di giudizio delle cose (rapporto gnoseologico); inoltre, le cose che esistono sono a immagine delle idee perfette e astratte, per cui le cose non esisterebbero senza le idee.


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